Il Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) ha elaborato un documento contenente 45 indici (17 dei quali prioritari come quelli riguardo la governance e l’attenzione al codice etico) per aiutare le Piccole e Medie Imprese (PMI) a mantenersi in salute attraverso un’immagine della propria attività che preveda eventuali crisi e di conseguenza faciliti l’accesso al credito senza incorrere nell’aumento dei costi nei finanziamenti.
L’intervento promuove strategie economiche a supporto della transizione digitale con un’attenzione alla responsabilità socio ambientale del singolo rispetto all’intera rete del mercato lavorativo.
Verso la carta verde aziendale
Le PMI italiane stanno affrontando un momento di forte transizione nei confronti del rapporto con i sistemi finanziari. Le oltre ottanta pagine che compongono il documento riassumono un dialogo ad ampio raggio tra ministeri dell’economia, ambiente e imprese, Bankitalia, Consob, Ivass e Covip nel quale si gettano le basi per un collegamento concreto tra imprese e settore bancario che incentivi pratiche responsabili.
L’iniziativa si inserisce nel contesto dell’equilibrio del sistema finanziario agli obiettivi di sostenibilità verso un’economia in linea con il Green Deal europeo e l’Agenda 2030.
L’Italia è in tal senso allineata con le richieste dell’Unione Europea. Oltre il 50% delle PMI (quasi il 20% in più rispetto al 2020) infatti considera i temi ESG (Environmental, Social e Governance) promossi dal MEF di primaria importanza nei processi decisionali e amministrativi quotidiani.
Analisi degli indici
Gli indici coprono vari aspetti delle attività aziendali:
- Impatto ambientale: efficienza energetica, gestione dei rifiuti e utilizzo di energie rinnovabili.
- Responsabilità sociale: politiche di inclusione, parità di genere, formazione dei lavoratori.
- Governance: trasparenza dei processi decisionali, etica aziendale e gestione del rischio.
- Innovazione sostenibile: ricerca e sviluppo per l’analisi di soluzioni eco-compatibili.
- Catena di fornitura: selezione dei fornitori basata su criteri di sostenibilità.
Come anticipato, un’azienda attenta a tutti questi punti non solo riceverà una fotografia completa e oggettiva della propria attività ma beneficerà di valutazioni ottimali da parte degli istituti finanziari ottenendo vantaggi significativi rispetto ai competitor.
Le PMI italiane che decidono di adottare queste linee guida migliorano performance, reputazione aziendale tra clienti, fornitori e stakeholder oltre ad essere più preparate ad affrontare eventuali rischi futuri.
Quanto costa essere virtuosi?
Il processo ovviamente non è gratuito e al fianco dei benefici presenta costi di adeguamento, monitoraggio (per le PMI risulta difficile misurare e rendicontare tutti gli indici richiesti) e soprattutto formazione dovendosi dotare di strumenti e conoscenze per comprendere e implementare le linee guida del MEF.
Il sistema finanziario a tal proposito si fa carico delle attività necessarie a valutare correttamente gli indici di sostenibilità per poter creare prodotti adeguati che aiutino le aziende responsabili.
Secondo Stefano Cappiello, direttore generale al MEF della regolamentazione del sistema finanziario, le prospettive sono promettenti. Se queste nuove misure dovessero funzionare e gli attori in campo cooperassero come previsto, sul lungo termine sarebbe auspicabile immaginare la transizione ecologica del tessuto produttivo italiano e il miglioramento della competitività delle PMI nel contesto internazionale.
Per queste ultime, infatti, la manovra si traduce nella grande opportunità di ripensare il proprio modello di business con un occhio verso il domani.
Per informazioni pratiche su come intervenire a livello normativo vi invitiamo a contattarci. Per scoprire i vantaggi derivanti dagli adeguati assetti siete invitati a seguire il webinar gratuito del 23 Aprile e compilare l’apposito questionario FMPI