Aprile è un mese importante a livello mondiale perché vede l’inaugurazione di Expo 2025 che proseguirà fino a ottobre.
L’esposizione di Osaka sarà l’occasione per riflettere sulla costruzione di una società del futuro come richiama il tema scelto dal BIE (Bureau International des Expositions) scartando le proposte di Azerbaigian e Russia.
Giappone: moltiplicatore di opportunità
Con quasi trenta milioni di visitatori previsti Expo 2025 non rappresenta solamente una vetrina per Europa e Italia ma l’opportunità di rapportarsi con Paesi emergenti quali Malesia, Indonesia e Vietnam dove il PIL è in costante crescita.
Se quindi da un lato l’UE deve impegnarsi unitamente nei negoziati americani, dall’altro non può chiudere gli occhi alle opzioni derivanti dai nuovi mercati.
La prossima mossa è dunque rinnovare le regole del sistema multilaterale per favorire concretamente sviluppo, liberalizzazione degli scambi e affrontare questioni sociali, politiche ed economiche attraverso azioni coordinate tra Stati e altri soggetti internazionali.
India: possibili accordi con l’UE
Nel 2024 i rapporti con le aziende indiane ha creato un interscambio economico di oltre 14 miliardi di euro grazie all’interessamento di circa settecento imprese sul territorio.
Il margine di manovra esiste seppur ancora molto basso rapportato ai dati demografici del Paese che dimostra stabilità e integrazione sul piano degli investimenti.
A trarne immediato beneficio sarebbero le industrie elettroniche, chimiche, metallurgiche e dei macchinari perché potrebbero contare sulla condivisione delle competenze all’interno di una filiera produttiva votata all’innovazione.
L’accordo sul libero scambio al quale da tempo si discute rappresenterebbe in tal senso un’enorme opportunità economica perché aprirebbe le porte a oltre due miliardi di consumatori e alla crescita occupazionale e degli investimenti.

Anche sotto questo aspetto Expo 2025 diventa il tavolo ideale al quale negoziare per abbattere definitivamente le barriere tecniche sui prodotti e unire i Paesi in una visione futura condivisa che reagisca alla situazione attuale voluta dall’amministrazione statunitense.
Il ruolo delle PMI
All’interno di uno scenario in continua evoluzione il ruolo delle PMI diventa prioritario. Tuttavia, esaminando i settori di qui sopra appare evidente la necessità di miglioramento gestionale e aggiornamento.
I processi di trasformazione richiedono alle imprese una maturità manageriale e tecnica che purtroppo in Italia si stabilizza sotto la media europea dimostrando peraltro disparità consistenti tra Nord, dove il 25% delle aziende raggiunge gli standard previsti e Sud dove invece sfiora a malapena il 16%.
Una soluzione è tuttavia possibile e auspica un intervento parallelo. Nel primo caso i manager devono aver chiari i nuovi modelli di business disponibili sul mercato ed è quindi importante formarli affiancandoli a figure con un know how ampio e arricchito dall’esperienza.
Nel secondo caso sono invece i reparti tecnici a doversi aggiornare accogliendo le opzioni offerte dalle tecnologie di intelligenza artificiale attraverso percorsi di reskilling e formazione continua.
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